Arnaud Zannier non si limita a creare semplici hotel, disegna piuttosto dei veri e propri panorami, delle esperienze di ospitalità complete con tutta la drammaticità e il divertimento del cinema. Quando tutto mondo tornerà a viaggiare, si meriterà di soggiornare nei suoi hotel.
Un concetto tedesco del diciannovesimo secolo chiamato Gesamtkunstwerk sostiene che molteplici forme d’arte si uniscono per produrre un’unica opera. Il cinema, per esempio, si fonde con la scrittura, la fotografia, performance, il suono, il montaggio e così via.
In italiano questo termine si traduce approssimativamente come “opera d’arte totale,” e ci sono hotel che incarnano perfettamente questo concetto. Non parliamo dei resort all-inclusive, ma hotel che nel loro ambito ricoprono ogni aspetto dell’esperienza di viaggio: ambiente, servizio, architettura, design, cucina, storia. Ovvero gli hotel Zannier.
Per esempio, guardate il progetto Zannier in Belgio, 1898 The Post. Situato in un ufficio postale neogotico di 110 anni nella leggendaria città di Gand, e arredato con mobili antichi, pareti in pietra, cartoline d’epoca e grandi librerie, questo hotel è davvero uno spettacolo senza precedenti. Si dice che al suo interno potreste avere l’illusione di essere in una una fiaba nelle vesti di un barone bibliofilo o una baronessa. Grazie ad un’attenta cura di ciò che rende unico Gand, 1898 The Post offre al viaggiatore un’esperienza completa: è un’opera d’arte totale.
Che il cinema finisca per entrare in una qualunque conversazione su Zannier si direbbe quasi un suo prerequisito. Del resto Angelina Jolie, guarda caso, ha un ruolo importante nella storia di tre delle loro sei proprietà. Quello di Siem Reap, Phum Baitang — il secondo hotel di dopo Le Chalet nelle Alpi —ha infatti attirato l’attenzione dell’attrice e ha accolto la signora Jolie e la sua famiglia per mesi mentre lei girava il film “First They Killed My Father”. Ormai di casa, ha suggerito quindi ad Arnaud Zannier di incontrare una sua amica ambientalista nel deserto del Namibia, e questo portò alla nascita di due nuovi progetti: la straordinaria riserva naturale di Omaanda e lo splendido campo fantasy di Sonop.
Comunque non prestate troppa attenzione alle celebrità in tutto ciò, altrimenti perdete il punto centrale. L’abbiamo fatto anche noi quando abbiamo chiesto al signor Zannier di parlarci dei suoi hotel, ed erroneamente sottolineando la differenza nella scelta tra località più avventurose come Siem Reap e Namibia, e una città come Gand, più vicina alla sua casa francese. Ci ha risposto gentilmente, ma con chiarezza “Anche l’apertura in Belgio fu una scelta avventurosa, perché a quel tempo nessuno pensava che un hotel di lusso a Gand potesse durare”.
Con 1898 The Post ha decisamente smentito i dubbiosi, e lo ha fatto con una formula che ha poi usato in tutto il mondo. O meglio, un’anti-formula. “Se fai sempre la stessa cosa, anche se un po’ meglio o un po’ economicamente, col tempo finirai per perdere”, ha detto Zannier a Forbes. “Devi portare sempre una storia diversa.” E, in effetti, il suo progetto a Gand è forse la migliore pubblicità per questa sua filosofia. Le ambientazioni considerate “avventurose” di Phum Baitang, alla periferia di Angkor Wat, o nell’effimero paesaggio namibiano, non richiedono quasi alcuna spiegazione. Ma a Gand la spiegazione del suo successo è meno evidente, e quindi il suo trionfo si spiega meglio quale conseguenza del suo stesso ethos.
Sono un design scelto accuratamente, uniti all’architettura tradizionale e ai riferimenti storici, a scrivere la storia di un hotel Zannier. Diventano destinazioni a sé stanti, eppure ognuna è radicata fermamente e in modo cruciale nella sua posizione geografica.
Certo, non è una cosa da poco da richiedere ad un alloggio, ed è un lusso ottenerlo. Per Arnaud Zannier, infatti, è questo il vero lusso. Per lui i nomi dei marchi non sono così importanti e, per un albergatore la cui storia si è intrecciata con quello celebre di una star del cinema, diventa necessario ribadirlo.
Gli ospiti non vogliono più solo comodità, vogliono esperienze. Non vogliono solo assistere ad una storia, vogliono “esserne protagonisti”. Il viaggiatore che interpreta il suo ruolo completa l’opera d’arte.
Leggi sotto per conoscere meglio i sei hotel Zannier in tutto il mondo, incluso quello che si trova bella provincia vietnamita di Bình Định e che dovrebbe aprire in agosto di quest’anno.
Le Chalet
Megève, Francia
Arnaud Zannier ha visto Le Chalet come la sua occasione per testare la premessa su cui si stava concentrando, l’idea che “il futuro del lusso è più legato ai momenti e alle esperienze che ai rubinetti e al marmo d’oro”. Le Chalet, quindi, cerca di spogliare il lussuoso chalet da sci di tutte le sue pretese, optando piuttosto per un design semplice e minimalista e non poca attenzione alla fama culinaria che definisce la piccola città di Megève.
L’obiettivo è farvi sentire come se vi trovaste nel vostro chalet privato, ma con tutti i comfort che vi aspettereste da un hotel a cinque stelle: un’enorme piscina coperta, un ottimo centro benessere e un ristorante di alto livello. “Le Chalet è la proprietà originale del gruppo, quindi ha un posto speciale nei nostri cuori”, afferma Zannier. “Io e il mio team abbiamo imparato molto con questo progetto.”
In effetti, le scelte architettoniche molto curate, il focus sull’artigianato e l’eleganza generale dell’ambiente sono qualcosa che troverete in tutte le loro proprietà.
Phum Baitang
Siem Reap, Cambogia
Il nome si traduce in “villaggio verde” e quindi il resort, piuttosto appropriatamente, condisce i suoi edifici con grandi spazi di terra macchiata di citronella e risaie. L’influenza cambogiana è intrinseca al resort, le 45 ville basate sulle tradizionali case Khmer, tutti i tetti di paglia e l’elevazione su palafitte, pieni di oggetti d’antiquariato e mobili fatti a mano (oltre ai servizi più moderni, macchine da caffè Nespresso e docce a pioggia). E il ristorante serve piatti tradizionali di curry e pesce amok in una fattoria di 100 anni.
Anche la spa qui onora l’ambiente, rendendo omaggio nel suo design ai famosi templi di Angkor Wat in fondo alla strada.
Phum Baitang è anche il luogo dove inizia la connessione con Angelina Jolie. Nel 2015 l’attrice ha affittato l’intera proprietà durante le riprese del suo film come regista, portando la sua famiglia e entrando a far parte della storia di Zannier. Riflettendo sul suo tempo lì, Jolie ha commentato che Phum Baitang era una “miscela di tradizioni e cultura cambogiane con una coscienza moderna”.
Concordiamo con il suo entusiasmo.
1898 The Post
Gand, Belgio
Come accennato in precedenza, 1898 The Post è il terzo hotel di Zannier, situato forse un po’ stranamente a Gand in Belgio, e prendendo quasi tutta la sua ispirazione dall’edificio storico in cui si trova. Come potete immaginare, questo vecchio ufficio postale iniziò la costruzione appunto nel 1898. Fu inaugurato nel 1909, pochi anni prima che Gand ospitasse la Fiera mondiale del 1913.
Mentre la bella ristrutturazione di Zannier dà sicuramente agli ospiti la sensazione di viaggiare nel passato, come a Phum Baitang, 1898 The Post è tutt’altro che una ricostruzione storica precisa. All’interno troverete echi di periodi diversi, dall’atmosfera medievale delle scale a chiocciola a una sorta di atmosfera modernista precoce nelle camere e suite riccamente colorate e strutturate.
Poi c’è il bar, The Cobbler – che prende il nome da uno shaker, non dalla professione – con un’atmosfera antica che pervade lo spazio quasi quanto le vedute delle guglie storiche della città.
Omaanda
Windhoek, Namibia
Nel bel mezzo di una riserva di animali di 9.000 ettari si trovano 10 capanne di lusso ispirate alla tradizionale architettura namibiana, ricche di comfort di lusso. Ecco Omaanda. Nonostante la bellezza del posto, chiaramente la vera attrazione è la riserva naturale, dove la Naankuse Foundation rilascia animali riabilitati che sono stati feriti o rimasti orfani.
Il modo in cui Zannier è stato coinvolto nell’organizzazione è un riflesso del suo rapporto con Angelina Jolie che, durante la sua permanenza a Phum Baitang, gli ha raccontato della sua amica Dr. Rudie van Vuuren. “Durante una delle nostre svariate chiacchierate”, spiega Zannier, “mi ha spiegato che una delle sue amiche gestiva una fondazione e che stava cercando di acquistare un pezzo di terra vicino alla sua riserva. Mi sono incuriosito e ho deciso di andare a vedere questo paese. “
Nel giro di poche settimane Zannier si è innamorato del posto, e convinto della visione di Van Vuuren. Insieme ora gestiscono la Zannier Reserve di Naankuse. Mentre la fauna selvatica della regione beneficia dello spazio e della “propria squadra permanente di bracconieri e ranger,” gli ospiti di Omaanda ne raccolgono i frutti, facendo escursioni per vedere rinoceronti, elefanti, grandi felini e suricati e per conoscere il lavoro che lo fa funzionare.
Sonop
Namib Desert, Namibia
Durante la sua prima visita in Namibia, Zannier non ha semplicemente visitato il territorio che sarebbe diventato Omaanda. Sorvolando il vasto e alieno deserto del Namib, afferma di aver “immediatamente visualizzato” ciò che sarebbe diventato Sonop: “un remoto campo tendato in cima a quegli imponenti massi”.
Quindi realizzò quella visione, dato Sonop trova dimora nello strano ed effimero paesaggio del deserto più antico del mondo, posizionando le sue lussuose tende su massi sopra il pavimento arido. Gli ospiti qui assumono il ruolo di esploratori inglesi in visita negli anni ’20, dormendo in letti a baldacchino e gustando colazioni all’inglese prima di esplorare il paesaggio sconfinato.
Se Omaanda è incentrato sulla fauna selvatica, Sonop è – come spiega il responsabile delle comunicazioni di Zannier, Quentin Guiraud – “meno basato sulla fauna (rara nel deserto) e più sulla flora e l’immensità”. Gli ospiti scoprono il territorio a piedi, in bici elettrica, a cavallo o addirittura in mongolfiera. Zannier incoraggia a vedere questi due lati molto diversi della Namibia nello stesso viaggio.
Bai San Ho
Bình Định, Vietnam
Come la maggior parte dei progetti di Zannier, Bai San Ho, nella provincia vietnamita di Bình Định, origina da un altro. Dopo il successo di Phum Baitang, Zannier racconta a Tablet che sapeva di voler aprire un secondo hotel nel sud est asiatico. In effetti, Zannier avverte una tendenza nella crescente numero di viaggiatori – in particolare tra i millennial – che vengono ad esplorare questa parte del mondo. Quando ha scoperto questa “vera gemma incastonata in uno splendido scenario naturale”, ha capito che era la sua occasione per sviluppare quello che chiama “uno dei progetti più audaci del paese”.
Bai San Ho aprirà le sue porte nel 2020, è lontano dalle grandi città e a 200 chilometri da Na Trang e Hoi An. Questo si che è design. “Volevamo sfuggire al turismo di massa e offrire ai nostri ospiti un resort dove poter sperimentare la vera ospitalità vietnamita … godendo delle bellezze di quella che è probabilmente una delle baie e delle spiagge più belle del paese.”
71 suite e ville rispeccheranno, nel tipico stile Zannier, le tradizioni architettoniche della regione e gli ospiti avranno la possibilità di conoscere attivamente la bellezza della zona: una barriera corallina e una spiaggia di sabbia bianca offrono snorkeling, pesca, canoa e non solo. Per la prima volta verranno messe in vendita anche residenze private.
Inutile dire che faremo del nostro meglio per essere presenti alla sua inaugurazione.