Alla veneranda età di 120 anni, la guida Michelin riesce ancora a sorprendere, e a far venir voglia non solo di mangiare, ma anche di viaggiare.
Gli Oscar della cucina sono stati assegnati e per il 2019 sono ben 367 i ristoranti di grande qualità che sono stati premiati, con 29 new entry. Quest’anno la lista delle destinazioni è aumentata, e soprattutto si è sposata dalle grandi città a quelle più piccole, invitando tutti a fare una deviazione in quella direzione perché ne vale sempre la pena (non solo dal punto di vista culinario). Assieme al nuovo 3 stelle dello chef Mauro Uliassi a Senigallia e a quelli già noti dello chef Enrico Crippa ad Albia e della chef Nadia Santini a Canneto sull’Oglio, a tutti i ristoranti a due stelle che hanno mantenuto il titolo, per il 2019 arriva una flotta di giovanissimi maestri della cucina, dieci dei quali non hanno ancora 30 anni, che hanno sbaragliato la concorrenza e si sono meritati una stella Michelin.
I NUOVI ARRIVATI
Complimenti sentiti da tutti noi di Tablet ai 29 ristoranti che hanno festeggiato questo riconoscimento. Forse qualcuno se lo aspettava, probabilmente tutti ci speravano, ma vedere riconosciuto il lavoro e la fatica che devono avere fatto per farsi notare e premiare sarà stato sicuramente molto emozionante. “Sono un indubbio riconoscimento della ricchezza e diversità regionale della gastronomia italiana, fatta di prodotti, territorio e genuinità” ha detto Gwendal Poullennec, il Direttore Internazionale Guide Michelin.
Tra questi abbiamo scelto 12 ristoranti in 10 località da visitare per la prima o per l’ennesima volta, abbinandovi un suggerimento su dove alloggiare nelle loro vicinanze per un’esperienza all’altezza di quella culinaria. Se non avete ancora prenotato il cenone, fateci un pensierino….
Vitantonio Lombardo
Matera
CHE DIRE: Lo chef che aveva ricevuto una stella alla Locanda Severino di Caggiano ha realizzato il suo sogno ed aperto un ristorante che ha battezzato con il suo nome nella sua terra natale, a Matera, in una caverna millenaria nei pressi di piazza San Pietro in via Madonna delle Virtù.
COSA PROVARE: Pizza in black, ovvero pizza fritta al carbone vegetale con variazione di tartufo nero e spuma di ricotta al grana padano. In ogni caso si privilegiano i percorsi degustazione dedicati a Matera e al territorio che la circonda, piatti “nati da una suggestione trasmessa dal luogo”.
DA ABBINARE CON: Palazzo Gattini Luxury Hotel, per più di sei secoli è stato la residenza di una delle famiglie più nobili di Matera. 5 minuti a piedi.
Harry’s Piccolo
Trieste
CHE DIRE: Il locale aperto nel 1970 dal famoso Harry Cipriani ha fatto un salto di qualità: i proprietari hanno dato carta bianca al giovanissimo chef triestino stellato Matteo Metullio che ha creato un menù che tocca accenti internazionali con molta attenzione alla cucina asiatica e in pochi mesi si è guadagnato una stella Michelin.
COSA PROVARE: Scampi con ricci di mare, yuzu, rafano e chips di riso alla liquirizia come antipasto; risotto all’acqua di pomodoro, capperi, basilico, acciughe e plancton come primo piatto; rombo con carciofi, cozze, vongole, menta e pomodoro piccante come secondo piatto; sorbetto come dessert.
DA ABBINARE CON: Starhotels Savoia Excelsior Palace, si affaccia sul golfo della città antica dove l’Italia incontra l’Europa dell’Est ed è il punto di partenza per conoscerla meglio. 2 minuti a piedi.
Stube Hermitage
Madonna di Campiglio
CHE DIRE: Lo chef lucano Giovanni d’Alitta riporta la stella all’interno del Biotel Hermitage e ne aggiunge una alla brillante regione del Trentino Alto Adige, dove evidentemente si mangia davvero bene. Un inno ai piaceri alpini, con vette creative di prodotti ed ingredienti locali, ma non solo.
COSA PROVARE: Insalata aromatica con erbe spontanee e non, fiori eduli, lamponi e pane. Quaglia al profumo di fieno, crostino di foie gras d’anatra, lattuga e salsa al cerfoglio. La foresta nera fredda.
DA ABBINARE CON: Biohotel Hermitage era un antico maso di proprietà di una famiglia locale, poi trasformato in una pensione ed infine, nel 1999, in un hotel di lusso considerato il primo hotel eco-friendly della regione. Il ristorante si trova dentro l’hotel.
Spazio 7, Carignano, Cannavacciuolo Bistrot
Torino
CHE DIRE: La Torino del cibo festeggia ben tre nuovi ristorante stellati ed il record di ben sette ristoranti stellati in città. Le new entry sono Spazio 7, il ristorante della Fondazione Sandretto in via Modane, capitanato dallo chef Alessandro Mecca; Carignano di via Carlo Alberto con una cucina dove officiano Fabrizio Tesse (già stellato alla Locanda di Orta) e Marco Miglioli e Cannavacciuolo Bistrot, in precollina, in via Cosmo con il giovane Nicola Somma.
COSA PROVARE: A Spazio 7 affidatevi al menù di 8 portate dello chef. Pane, pasta fresca e dolci sono rigorosamente fatti in casa. A Carignato trovate quaglia arrostita con radicchio di Castelfranco, uvetta sultanina e scaloppa di foie gras e mora con formaggio di capra, noce pecan e vin brulé ai frutti rossi. A Cannavacciuolo Bistrot vitella con panure di tartufo, scorzonera e verdure cotte.
DA ABBINARE CON: NH Collection Torino Piazza Carlina era un Regio Albergo di Virtù, un’istituzione in cui i ragazzi poveri imparavano a lavorare professionalmente. Completamente rinnovato, naturalmente con servizi moderni, è ora un albergo centrale ed accogliente. 7 minuti a piedi da Carignato e 15 minuti da Cannavacciuolo Bistrot e Spazio 7.
Confusion Lounge
Porto Cervo
CHE DIRE: Per lo chef romagnolo Italo Bassi si tratta della quarta stella della sua lunga carriera, ma la prima da quando ha portato la sua cucina in Sardegna ed ha aperto l’originalissimo locale assieme alla moglie Tatyana Rozenfeld, ovvero Madame Confusion.
COSA PROVARE: Piatti della tradizione italiana arricchiti da profumi esotici ed ingredienti pregiati,con un particolare attenzione ai prodotti tipici sardi con un forte accento sulle cruditè di mare e alle degustazioni di ostriche e caviale.
DA ABBINARE CON: Colonna Pevero mescola paesaggi selvaggi e incontaminati con un servizio a cinque stelle per offrire relax ed esclusività in una delle località più suggestive del mondo. 4 minuti di macchina.
Saint George by Heinz Beck
Taormina
CHE DIRE: In un’elegante sala da pranzo dall’atmosfera vagamente britannica l‘abile chef residente Giovanni Solofra crea deliziosi piatti con ingredienti locali accuratamente selezionati. Anche se la cucina porta la firma dello chef multi-stellato Michelin di Roma, è anche caratteristica del suo chef locale.
COSA PROVARE: Cannoli ripieni di gamberi rossi, hamburger di carne e senape, spume di alga e farina con alice e burro e crudo di Ricciola marinata agli agrumi con lamponi ghiacciati, olio di menta e eucalipto, salsa verde alla mela verde e cetriolo.
DA ABBINARE CON: The Ashbee Hotel circondato da limoni e mandarini, con una splendida vista sul Mar Ionio, la villa dei primi del ‘900 di proprietà di un ex colonnello inglese. Il ristorante si trova dentro l’hotel.
Due Camini
Savelletri
CHE DIRE: Qui si serve lo stile di vita mediterraneo, radicato nella robustezza della tradizione pugliese più concreta. Ogni menù nasce dalle memorie dello chef barese Domingo Schingaro, così il Due Camini serve in tavola la Puglia di ieri e di oggi. Nella sua cucina non si butta via niente.
COSA PROVARE: Crudo dell’Adriatico con salsa agrumata, acqua di mare e tonica; ravioli, pecora, scampi e verbena; anguilla con alloro e radice
DA ABBINARE CON: Borgo Egnazia è il luogo ideale per indulgere sotto il cielo blu cobalto e davanti ad uno dei mari più belli della regione. Il ristorante si trova dentro l’hotel.
Caracol
Bacoli
CHE DIRE: Lo chef Angelo Carannante ha realizzato il suo sogno a soli 18 mesi dall’apertura del ristorante. Oltre all’obbiettivo di ricevere questo riconoscimento da Michelin, tutto il team di Caracol vuole far conoscere e veder migliorare i Campi Flegrei. La terrazza si affaccia sulle isole del Golfo di Capri, Ischia e Procida.
COSA PROVARE: Risotto con ostriche, finocchietto marino e arance; ricciola con verdure e maionese al sapore di brace, fritto di lampuga, cipolla in agrodolce ed erbette selvatiche; girella all’arancia.
DA ABBINARE CON: La Suite Hotel & Spa è un’oasi situata in un giardino privato di 5 mila metri quadrati il cui compito principale è quello di rilassare il corpo e la mente. Per raggiungere il ristorante dovete prendere il traghetto.
Moma
Roma
CHE DIRE: Dall’esterno sembra quasi un bar qualunque, ma si tratta di un bistrot moderno sotto il palazzo della storica insegna “Martini” che offre proposte vivaci ed originali in un ambiente semplice e sobrio. A pranzo offre anche assaggini veloci e gustosi, alle 18 apre per l’aperitivo.
COSA PROVARE: Crudo di scampo, mandorle e gel di lampone; risotto alle rape rosse, lasagnette di farina di castagne con castelmagno e verdurine, castelmagno e uova di aringa; meringa con gelato naturale di passion fruit e crema di mandorle.
DA ABBINARE CON: Saint B Boutique Hotel ha otto camere in un palazzo storico di due piani, tutte accoglienti e lussuose. Per non parlare della posizione appena fuori da Piazza Barberini, a 5 minuti da Piazza di Spagna e dalla Fontana di Trevi. 2 minuti a piedi.
Materia
Cernobbio
CHE DIRE: Lo chef utilizza con grande efficacia verdure, spezie ed erbe per creare piatti a basso contenuto di grassi e pieni di sapore. Caranchini è uno dei giovani chef più originali e interessanti d’Italia, ha lavorato al Noma di Copenaghen ed lo scorso anno era stato inserito tra i 30 under 30 europei da Forbes.
COSA PROVARE: “Fear of the dark” dedicato alla canzone degli Iron Maiden o un dolce che si mangia con le mani per fare onore a Banksy, ma anche tortelli di scalogno ed erbe amare con panna e karkadè e lucioperca con cavolfiore e limone.
DA ABBINARE CON: Villa d’Este, dove il passaggio da residenza aristocratica ad un opulento grand hotel è stato del tutto naturale. Un tempo era accessibile soltanto in barca, oggi anche in macchina. 5 minuti di macchina.