I Relitti Delle Isole

Le Florida Keys del 19esimo secolo erano molto diverse da quelle che conosciamo oggi. Prima che il turismo trasformasse Key West in una destinazione dei viaggi in Florida, queste isole erano il centro degli affari per alcune professioni molto avventurose. 

Se quando pensate alla Florida vi viene in mente solo Miami, vi perdete un bel po’. Le isole Keys sono circa 1700 e si estendono sino alla punta più a sud degli Stati Uniti per arrivare quasi fino a Cuba, lungo una strada fatta di ponti e circondata dall’oceano azzurro e chiamata Seven Mile Bridge.

Sono passati circa 50 anni da quando Key West, la più occidentale delle isole abitate e quella più conosciuta, è diventata ufficialmente un paradiso per i turisti, eppure già nel 1935 uno dei suoi famosi abitanti, lo scrittore Ernest Hemingway,  si lamentava della loro presenza. E del fatto che la sua casa fosse diventata una meta fissa delle loro visite. In effetti lo è tuttora, assieme a quella del naturalista John James Audubon e al museo dedicato ad un’altro suo famoso concittadino, lo scrittore e drammaturgo Tennessee Williams.

Hemingway House
La casa di Hemingway su Whitehead Street a Key West.

Adesso può sembrare impensabile che in passato queste isole  fossero frequentate esclusivamente da pirati, pescatori e marinai, eppure la vita non è sempre stata come quella di oggi per Key West, Islamorada, Maratona, Key Largo e l’unica barriera corallina ancora vivente del Nord America che forma il Parco Nazionale Marino delle Florida Keys.

Innanzitutto dovete pensare che il collegamento con la terraferma non era affatto semplice come ora. Fra il 1912 e il 1935 vi si poteva arrivare in treno, ma un potente uragano in quell’anno distrusse gran parte dei binari e l’idea fu abbandonata. Prima di diventare una destinazione tropicale idilliaca, Key West era un centro marittimo industriale che rifletteva la ricchezza dell’ industria del 19esimo secolo. Oggi quell’immagine è in gran parte sbiadita dalla storia.

A quei tempi fioriva una strana attività che si chiamava “wrecking” ed era legata alla frequente presenza di relitti di navi nelle acque circostanti le isole. Non aveva niente a che fare con le immersioni subacquee alla ricerca di relitti, non confondete le due cose, ma era ugualmente collegata alle acque di questa particolare regione, alquanto pericolose da navigare, ed ai conseguenti naufragi delle navi che vi si dirigevano.

Wreckers
Un ricuperatore delle Florida Keys wrecker su Harper’s New Monthly Magazine nel 1858/1859 e un gruppo che scarica un cargo nel 1911. (Cortesia dell’archivio statale della Florida)

L’Arte del Wrecking

Le acque attorno alle isole erano spesso colpite da tempeste ed uragani, ed avevano delle correnti difficili da navigare, soprattutto attorno a quella che è una delle barriere coralline più grandi del mondo. Questi pericoli, assieme o separatamente, facevano sì che le navi mercantili si schiantassero molto frequentemente su queste scogliere, portando alla nascita di un’intera industria nata dalla loro sfortuna.

Con un picco dal 1820 a subito dopo la guerra civile, la maggior parte dei “demolitori” erano pescatori di tartarughe o di spugne che, non appena giungeva notizia che una nave si trovava in pericolo, arrivavano sulla scena del naufragio per fornire la loro assistenza in cambio di una parte del carico.

Considerate che nel diciannovesimo secolo le tartarughe erano una prelibatezza e ci si uccideva per una zuppa di tartaruga. In gran parte dell’America si mangiavano le tartarughe terrestri o quelle d’acqua, ma le Florida Keys erano famose per le tartarughe marine verdi. A New York o in Europa vennero commercializzate per i ricchi, ma la loro popolarità arrivava un po’ ovunque e, nel secondo decennio del 1900, le zuppe di tartaruga erano vendute anche in lattina. Per poi praticamente sparire e restare una curiosità generalmente limitata alla Louisiana e New Orleans.

Sea Turtlers
Pescatori del 1900 con le tartarughe che hanno pescato.

Tornando al wrecking, i capitani delle navi incastrate sulla scogliera, danneggiati o persino affondate, ma con una stiva piena di beni preziosi, non avevano altra scelta che accettare l’aiuto di questi demolitori pronti ad entrare in azione per salvare l’equipaggio e il carico e, se possibile, portare la nave in porto per le riparazioni.

Non che sia stato un lavoro facile, come spiega l’autore John Viele nel suo libro The Wreckers. Innanzitutto il lavoro era decisamente pericoloso, e poi in gran parte erano visti come delle persone di una dubbia moralità, quasi come dei pirati, dato che si guadagnavano la vita sulla sfortuna dei marinai. “È vero, la loro fortuna cresce dalla disgrazie dei loro simili”, scrisse il New York Times in un articolo su di loro nel 1855, “ma si può dire lo stesso dell’arte della guarigione, e il medico non è più benvenuto per il malato del demolitore per il marinaio colpito dalla tempesta. “

USS Alligator
Secondo l’autore John Viele, la nave di difesa dai pirati USS Alligator, fu distrutto in modo irreperibile in quella che oggi si chiama la Alligator Reef.

Che si trattasse di pirati o di medici, se i capitani e i marinai di queste navi fossero riusciti a rimuovere le barche dalla barriera corallina da soli, lo avrebbero sicuramente fatto. Soprattuto perché accettare l’assistenza di un demolitore significava accettare di pagarli. C’era addirittura un giudice federale nel tribunale a Key West adibito appositamente ad occuparsi delle inevitabili controversie che ne nascevano.

Come già sapete, l’età dell’oro del wrecking non sarebbe durata per sempre. Sotto molti aspetti a quel tempo l’economia di Key West dipendeva da mancanze che, oggi, sarebbero facilmente risolvibili. Succede la stessa cosa in altri settori, dove nuove tecnologie e le loro applicazioni, come la robotica, distruggono industrie intere in tempi brevi. Nel diciannovesimo secolo, la parte della robotica era giocata dai fari.

Map and Lighthouse
Una mappa della Florida nel 1835 e il faro di Alligator Reef, del 1873.

Tartarughe and Spugne

Del resto la situazione del XIX secolo rimane uno dei temi contemporanei più urgenti dell’era moderna. Cosa fare quando la tecnologia rende un’industria obsoleta? Grazie a nuovi fari, battelli a vapore e una valida mappa delle barriere coralline, gli incidenti e i naufragi diminuirono fino a far scomparire il wrecking anche dalla memoria.

In breve, un boom nella pesca delle tartarughe e delle spugne riempì il vuoto lasciato dalla mancanza di naufragi. Soprattutto quella delle spugne sembrava avere salvato il commercio e, dopo la scoperta di una ricca area di spugne nelle Florida Keys, questo mercato iniziò a sostituire quello dei relitti tanto che migliaia di dollari furono investiti nella loro esportazione a nord da Key West.

Quando l’industria divenne più redditizia e, di conseguenza, i pescatori intraprendenti cominciarono ad utilizzare gli strumenti moderni come i tubi da sub e gli stivali di piombo, senza alcuna regolamentazione governativa, le spugne furono quasi spazzate via dalle Keys. Lo stesso vale per la popolazione di tartarughe marine, che non ha potuto sopravvivere di fronte alla domanda e all’efficienza delle fabbriche. Sono scomparse.

In qualche modo, per prolungare la durata della loro vita, tutte e tre queste industrie dipendevano dall’inefficienza. Una volta che la marcia del progresso moderno permise alle navi di navigare senza incidenti, fece scomparire le tartarughe per la troppa richiesta e le spugne sintetiche sostituirono quelle naturali,  le cose cambiarono radicalmente.

Sponges
Ispettori di spugne nel 1935. (Cortesia della Library of Congress)

Key West Oggi

Ed è qui che entra in gioco Hemingway. Key West non ha niente a che vedere con il resto degli Stati Uniti. L’isola non era stata in grado di competere con la modernizzazione nel resto del paese ma, forse grazie proprio a questo suo isolamento, molti artisti la riconobbero come il luogo ideale dove rifugiarsi per vivere liberamente e pacificamente, scappando dalle grandi città frenetiche.

Quasi un centinaio di anni dopo la chiusura del tribunale del wrecking di Key West, le isole Keys sono in un nuovo boom, con un’economia di $2,7 miliardi basata sul turismo, tra hotel, gite in barca, ristoranti e immersioni. Ora oltre la metà degli abitanti delle isole lavorano oggi nell’industria turistica.

Ovviamente le cose non restano mai stabili troppo a lungo, e le Keys devono affrontare la prossima sfida. In quella che è diventata una storia fin troppo comune in tutto il mondo, le barriere coralline che un tempo mettevano in pericolo le navi sono ora minacciate dai cambiamenti climatici. In un rapporto di questo settembre, il declino della barriera corallina è stato descritto da uno scienziato come “triste e straziante”, mentre gli scienziati dell’Acquario della Florida hanno offerto un po’ di speranza dimostrando di poter favorire la crescita di nuovi coralli in laboratorio.

Nel corso dell’estate i senatori della Florida hanno sponsorizzato una legge per destinare $160 milioni per il restauro della barriera corallina. Speriamo che Key West non debba reinventarsi ancora una volta.

Hemingway Buffet
Due grandi artisti americani, Ernest Hemingway e Jimmy Buffett, che hanno lasciato il loro segno a Key West.

Una visita alle Keys

Il passato culturale di Key West è presente un po’ ovunque, dalla casa di Hemingway al gruppo di appartamenti per scrittori che ha ospitato Richard Wilbur e Ralph Ellison. Le Keys sfoggiano anche un panorama da sogno per chi ama la pesca sportiva, la pesca sulla spiaggia e tutto ciò che ha che fare con il mare e, se siete interessati ad esplorare il loro passato marittimo, il Museo marittimo Mel Fisher a Key West è davvero ottimo. Prende il nome dal cacciatore di tesori del XX secolo che ha trovato uno dei relitti più redditizi nella storia delle Keys e esplora tutti gli aspetti della vita marittima locale, dalla storia dei naufragi della Florida al suo ruolo nel commercio degli schiavi, mostrando anche molti tesori recuperati da Fisher.

Isla Bella Beach Resort

Marathon

Isla Bella Beach Resort - boutique hotel in Marathon

Pensando alle Florida Keys probabilmente immaginerete la storia d’amore bohémien di Key West e forse i gatti a sei dita di Ernest Hemingway. Ma c’è una ragione per cui “Keys” è plurale. Qui, alla fine del sud della Florida, ci sono una moltitudine di isole, e ciò significa che ci sono una moltitudine di esperienze di viaggio da vivere. Quella promessa da Isla Bella Beach Resort, a metà strada tra Key Largo e Key West, vicino all’estremità orientale del Seven Mile Bridge, è quella di una resort di lusso di 24 acri, completa di cinque piscine, una spiaggia sabbiosa e quasi 200 suite.

Ocean Edge Key West Resort,Hotel & Marina

Key West

Isla Bella Beach Resort - boutique hotel in Marathon

I pedanti della geografia noteranno che in realtà si tratta di Stock Island, accanto a Key West e separata forse da un centinaio di metri d’acqua dalla sua vicina più famosa. Ma ha molto da offrire, incluso il fatto che ha spazio per un nuovissimo resort come Oceans Edge. Qui ogni camera si affaccia sul porto turistico e sul mare e ci sono ben sei piscine. Non è solo il più grande resort della Greater Key West, ma anche quello con le camere più spaziose. Se volete la vita sgangherata della città bohémien la trovate a ovest, ma per un’esperienza di lusso contemporanea, potete fermarvi proprio qui.

The Perry Hotel Key West

Key West

The Perry Hotel Key West - boutique hotel in Key West

Non c’è molto di nuovo a Key West, soprattutto perché il settore immobiliare più promettente dell’isola cambia mano molto raramente ma, se siete disposti ad ampliare la vostra definizione di Key West ed includere Stock Island, qui troverete qualcosa che non è solo nuovo, ma straordinariamente ben fatto. In fondo si trova così vicino alla sponda orientale di Key West che potreste letteralmente lanciare una pietra da una all’altra. Il Perry Hotel è stato riconosciuto come uno dei nuovi hotel di miglior design di Architectural Digest e, anche se non si sbagliano, l’architettura e il design sono solo una parte di ciò che lo rende speciale.

The Moorings Village

Upper Matecumbe Key

The Moorings Village - boutique hotel in Upper Matecumbe Key

Il suo stile è un po’ un ritorno ai tempi in cui le Keys erano ancora una destinazione esotica come qualsiasi destinazione all’estero, anche per gli americani. Ed è anche un ritorno ai giorni in cui una fuga privata significava una fuga tranquilla, piuttosto che una festa di 24 ore. Le ville qui offrono almeno un angolo cottura, ma nella maggior parte dei casi una cucina completa, e potrete essere autosufficienti quanto volete, oppure potrete socializzare al Beach Café o al più formale di Pierre a Morada Bay.

The Marquesa Hotel

Key West

The Marquesa Hotel - boutique hotel in Key West

Il Marquesa si trova ad un solo isolato dalla trafficata Duval Street, nella parte antica e piena di charme di Key West. Abbastanza vicino al centro per essere comodo, ma anche abbastanza lontano dai negozi dei souvenir e dalle trappole dei turisti sulla via principale. Questa zona appartiene ad un’epoca diversa, come l’hotel stesso: è costituito dall’insieme di quattro edifici indipendenti che spaziano dal fascino rustico del 1884 alle nuove, ma sempre eleganti, aggiunte.

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